composizioni scelte

Musica da camera

Finalista alla sesta edizione del concorso di composizione Virgo Vox

MIRA evoca l’ancestrale e si basa sull’elaborazione di un canto popolare di devozione con l’intento di richiamare un mondo avviato al tramonto. Come ispirazione del brano c’è infatti il pensiero, la suggestione di vivere un momento storico di transizione, paragonabile ad altri eventi epocali della storia dell’uomo: il passaggio dalla preistoria alla storia, la trasformazione dell’uomo da nomade a sedentario e la conseguente rivoluzione agricola e industriale. Ogni cambiamento di questo tipo non è improvviso, ma attraversa transizioni più o meno lunghe. Allo stesso modo, attraverso le sue elaborazioni formali, il brano rappresenta una lenta dissolvenza di un elemento che tenta di resistere alle aggressioni del nuovo.

La forma ricorda il Tema con variazioni: c’è un continuo ritorno di elementi motivici, incessantemente variati. La direzione del brano conduce più volte dalla stasi al moto, in un ripetersi ciclico di crescendo della tensione interrotto ex abrupto. Il tutto fino ad un _climax_ centrale in cui la _texture_ ricorda una sorta di vocio, che è tipico dei mercati rionali (ulteriore riferimento al popolare). Ma allo stesso tempo vuole rappresentare il percorso della storia, come se le voci dell’umanità che ci ha preceduto potessero riemergere, tutte insieme e nella disperazione di un istante tentassero di lasciarci un messaggio, di farci sapere che loro ci sono stati, sebbene la loro memoria sia nebbia. Il concetto è espresso meglio dai versi di Montale:

Non recidere, forbice, quel volto,
solo nella memoria che si sfolla,
non far del grande suo viso in ascolto
la mia nebbia di sempre.

Nel nostro caso la memoria personale a cui fa riferimento il poeta si trasforma in memoria collettiva, consapevole che:

Un freddo cala… Duro il colpo svetta.
E l’acacia ferita da sé scrolla
il guscio di cicala
nella prima belletta di Novembre.

 

Alla fine di questo episodio centrale ritorna un nuovo momento di quiete, in cui frammenti del canto popolare si sovrappongono a tempi differenti. Si giunge, quindi, ad un finale implacabile: un deserto di suono-rumore che si dissolve nell’indistinto.

Il brano inaugura una serie di brani costruiti a partire da brani storici. Si tratta di un’elaborazione del Preludio n.4 per violoncello di J. S. Bach.

I premio al concorso di composizione “Placido Mandanici” di Barcellona PG

Ancora una volta si attinge al popolare. Emerge a tratti la sensazione di una danza, la tarantella, che spunta fuori dal magma sonoro.

Versione per flauto contralto del primo brano omonimo per flauto diritto tenore. Il materiale di partenza è un canto popolare di quaresima siciliano, elaborato e distorto, che riaffiora a tratti. 

Appartiene all’estetica di Mira, Antidotum e altri brani meno recenti.

© Diaphonia Edizioni

La prima versione è stata composta per flauto diritto tenore per Sylvia Hinz ed eseguita il 19 aprile 2016 a Berlino.
© Diaphonia Edizioni

Il brano è dedicato ad Annamaria Morini, flautista che molto ha dato alla musica contemporanea per flauto e che ha contribuito, prima della prematura scomparsa, a visionare la partitura e a fornire consigli preziosi.

Prima esecuzione assoluta: 21 ottobre 2018, Auditorium “San Vito” di Barcellona P.G. Flauto: Sara Minelli
© Diaphonia Edizioni

II premio al 12° Concorso di Composizione “Rosolino Toscano” di Pescara (2009).   Acquista lo spartito

Ne ho fatto la versione per i seguenti strumenti e marimba:

  • oboe
  • sassofono soprano
  • clarinetto

Spettacoli Fracargio

E Natali ci annunziò racconta la Natività in modo nuovo. L’intento è mostrare la vita quotidiana dei personaggi in forma narrativa. Cosa faceva Giuseppe ogni giorno? Come avrà reagito agli eventi straordinari che lo hanno coinvolto, da uomo? E Maria?

Per approfondire vai alla pagina dedicata.

Banda

Terzo premio al I concorso di composizione per marce sinfoniche organizzato dall’associazione “Toscanini” di Capo d’Orlando. Prima esecuzione assoluta: 30 agosto 2022, Villa Piccolo, Banda “A. Toscanini” di Capo d’Orlando.

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